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Riflessioni e dintorni....

" La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l'universo), ma non si può intendere se prima non s'impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, né quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto "   Galileo Galilei

Il Corriere della Sera, 22 marzo 2016

di Aldo Cazzullo

Viviamo una stagione di attacchi diffusi e imprevedibili, perché contro il nichilismo

di chi è disposto a sacrificare la vita pur di bruciarne altre è difficile predisporre difeseÈ più di una guerra; è un’epoca. E in questa nuova epoca l’Europa — ieri centrata al cuore — torna a essere campo di battaglia, come nella prima metà del Novecento.

Stavolta non è un conflitto tradizionale, con un inizio e una fine; è una stagione di attacchi diffusi e imprevedibili, perché contro il nichilismo di chi è disposto a sacrificare la propria vita pur di bruciarne altre è difficile predisporre difese.

La proliferazione nucleare apre scenari spaventosi, unita alla capacità dei terroristi islamici di intervenire come attori della scena politica mondiale: la bomba di Madrid del 2004 cambiò il verdetto delle elezioni spagnole; esi pensi a come può essere influenzata la campagna elettorale americana in questo anno cruciale.

Nello stesso tempo, proprio nei giorni del lutto, si comincia a respirare un sentimento comune europeo. Lo si è visto il 13 novembre a Parigi, dove morirono 130 persone di 18 Paesi diversi. Lo si è sentito nell’emozione per le giovani vite spezzate in Catalogna. Lo si vede ora a Bruxelles. La città belga non ha lo stesso potere evocativo di Parigi, la stessa capacità di creare miti letterari e di accendere lumi filosofici. Almeno fino a ieri, ai nostri occhi era la capitale dell’Europa carolingia, persa nelle lande brumose del Nord, ai confini tra il mondo gallico e quello germanico; oltre a essere la sede di istituzioni non particolarmente amate. Ma in queste ore, forse per la prima volta, Bruxelles è davvero la capitale dell’Europa che le nostre generazioni sono chiamate a costruire, con l’apporto dei popoli e non solo dei burocrati.

L’Europa è nata dalla tragedia della Seconda guerra mondiale. Ha mosso i primi passi nel clima di energia e fiducia della ricostruzione. Si è impantanata nello scetticismo e negli egoismi su cui si è innestata la grande crisi finanziaria. Oggi l’emergenza economica e gli attacchi terroristici possono contribuire a generare quella spinta all’integrazione che era venuta meno. Il dolore condiviso è la base su cui edificare una casa comune.

La nuova Europa deve affrontare per prima cosa il tema epocale del rapporto con l’Islam: quello del Medio Oriente, e quello di casa. È stato un grave errore lasciare che sorgessero enclaves musulmane — la parola ghetto è sbagliata, i ghetti da Venezia a Varsavia sono stati luoghi di ingiustizia ma anche di resistenza e costruzione di civiltà — come Molenbeek e altri quartieri ai margini o in mezzo alle metropoli, dove non si parla francese o inglese o fiammingo, dove le leggi sono sospese, dove le donne spesso sono costrette a vivere come a Gaza o a Riad.

Eppure consegnare l’Islam europeo ai radicali sarebbe un suicidio. La jihad lavora per esportare nel nostro continente la guerra civile per il potere sul mondo islamico. Non a caso colpisce negli aeroporti, nelle metropolitane, nei giornali, nei teatri, per minare le libertà di circolazione e di espressione: un disegno che va respinto; ad esempio l’idea, che già circola sul web, di rinviare i campionati di calcio in Francia del prossimo giugno sarebbe una resa inaccettabile.

Se l’Europa riuscirà a difendere la legalità e i valori — a cominciare dai diritti delle donne — senza esporre i suoi cittadini di fede musulmana alla tentazione ideologica e mediatica degli estremisti, la trama della jihad potrà ancora spargere altro sangue; ma sarà sconfitta.

 

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