I dati provvisori del bilancio dell’energia elettrica elaborati da Terna indicano un ritorno alla crescita della domanda di elettricità (+1,5% rispetto all’anno precedente, con maggiore richiesta per 4,7 TWh) dopo che nel triennio di ‘recessione elettrica’ (2012-2014) si è accumulato un calo del 7,2%, pari ad una minore richiesta per 24,1 TWh. Nell’ultimo trimestre 2015 si osserva una staticità (-0,1%) della domanda rispetto allo stesso periodo del 2014; l’incremento annuale della richiesta, senza tenere conto di correzioni stagionali, è tutta concentrata nel terzo trimestre dell’anno, e in particolare l’aumento tendenziale dei consumi del mese di luglio spiega da solo l’82,4% dell’incremento totale annuo.
La maggiore domanda di energia elettrica si è traslata solo in parte sull’offerta domestica: l’aumento di richiesta – come abbiamo visto pari a 4,7 TWh – è stato soddisfatto da 1,6 TWh (+0,6%) di energia elettrica prodotta in Italia e da 2,7 TWh (+6,1%) di importazioni nette (saldo tra import ed export). La quota di richiesta soddisfatta dalla componente estera netta sale al 14,7%, il valore più alto degli ultimi dieci anni; per trovare un valore più alto bisogna tornare al 2005 (14,9%), ma la quota attuale rimane distante dal massimo storico del 16,3% registrato nel 2002.
L’aumento della produzione netta vede un ritorno alla crescita – dopo quattro anni negativi – della produzione termoelettrica (+13,8 TWh pari al +8,3%) che ha sostanzialmente bilanciato il calo della produzione idrica (-14,8 TWh pari al -24,9%), mentre prosegue la crescita della produzione da rinnovabili al netto dell’idrico (+2,6 TWh pari al +6,1%); nel dettaglio si riscontra un aumento della produzione fotovoltaica (+2,8 TWh, pari al+13,0%), e di quella geotermica (+0,3 TWh, pari al 4,5%), mentre le mutate condizioni atmosferiche hanno influito su una diminuzione della produzione eolica (-0,5 TWh, pari al -3,3%).
Il forte calo della produzione idrica fa scendere al 28,5% la quota di produzione delle fonti rinnovabili, ma al netto dell’idrico la quota sale dal 13,7% del 2014 al 14,3% del 2015.
A tal proposito va segnalato che l’Italia – secondo l’ultima comparazione internazionale disponibile – è il primo tra i maggiori Paesi dell’Ue per crescita della quota di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili che il 2009 e il 2013 è salita di 12,5 punti, circa il doppio dei +6,4 punti della media Ue a 28; nel dettaglio la quota di produzione elettrica da rinnovabili in Italia sale al 31,3%, riducendo il divario rispetto al 36,4% della Spagna (quota salita di 8,6 punti tra 2009 e 2013) e davanti a 25,6% della Germania (+8,2 punti), il 13,9% del Regno Unito (+7,2 punti) e il 16,9% della Francia (+1,9 punti).
L’analisi della distribuzione sul territorio della potenza efficiente da fonti rinnovabili al netto dell’idrico – data da fonte eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica e biomasse, inclusa la parte dei rifiuti non biodegradabili su dati Istat da fonte Terna- evidenzia come nel 2014 la regione con la più alta propensione alla produzione di energia green sia il Molise con 1.849 Watt di potenza efficiente per abitante, seguita dalla Basilicata con 1.582, Puglia con 1.276, Sardegna con 1.083, Calabria con 842, Abruzzo con 717 e Marche con 704; all’opposto la potenza pro capite più contenuta si registra in Lombardia con 299 Watt per abitante, Lazio con 248, Valle d’Aosta con 201 e Liguria con 113; il Mezzogiorno presenta una potenza da fonti rinnovabili doppia (+99,5%) rispetto a quella del Centro Nord.
Il maggiore utilizzo dell’energia green è reso possibile in Italia anche dalla presenza nel 2015 di 100.418 imprese della filiera delle Fonti di energia rinnovabile che forniscono un apporto chiave nella installazione e gestione 656.213 impianti di produzione elettrica alimentati da fonti rinnovabili presenti a fine 2014.