Postato su www.corradopoli.net, 8 dicembre 2015
di Corrado Poli
Ragioniamo senza pregiudizi … pensando all’Italia e all’Europa
Il successo della destra nazionalista in Francia non è affatto inatteso e corrisponde a quanto accade in tutta Europa e in Occidente.
Il tradizionale dualismo tra socialisti e liberali che ha caratterizzato la storia dell’occidente nell’ultimo secolo e mezzo non esiste più.
Il nuovo bipolarismo si pone tra partiti tradizionali – un tempo nemici ora alleati – e movimenti definiti genericamente populisti. Le grandi coalizioni sono al potere in Germania dal 2005 (con un’interruzione) e in Italia dal 2011. Nel Regno Unito lo sono di fatto almeno dai tempi di Tony Blair di cui Cameron è di fatto una continuazione almeno per la politica interna. Non dimentichiamo l’antecedente delle presidenziali francesi del 2002 quando gli elettori della destra e sinistra tradizionali si coalizzarono contro Jean Marie Le Pen a favore di Chirac. Che sarà grosso modo quel che succederà domenica prossima al ballottaggio su indicazione dei leader e sulla base di un sentimento condiviso.
Sostenere che Il Front National è neo fascista può essere utile per la retorica propagandistica, ma si tratta di un fenomeno nuovo, come ha affermato lo stesso Gianfranco Fini in un’intervista all’Huffington Post. Liquidarlo come un’ideologia nata un secolo fa e morta oltre settant’anni or sono non aiuta a comprendere la novità della proposta e della situazione politica. Non dimentichiamo che il suo anziano fondatore è stato addirittura espulso dal partito con il consenso della figlia proprio a causa delle sue posizioni nostalgiche e radicali!
In Italia all’alleanza conservatrice liberal-socialista, si oppongono due populismi: da una parte i federal-confusi della Lega unitisi ai nazional-scompaginati della Meloni; dall’altra il Movimento Cinque Stelle.
I primi non sono molto pericolosi, sebbene deleteri nell’introdurre nella politica un linguaggio volgare e razzista. Infatti mentre Salvini e Meloni usano la paura per raggranellare i voti dei più sciocchi e sprovveduti, Renzi e i conservatori usano la paura di Salvini per ottenere il voto moderato di destra e sinistra. Avviene qualcosa di simile anche nelle presidenziali US dove i democratici fanno il tifo per il folcloristico e “pericoloso” Donald Trump nella nomination repubblicana.
Come sostengo da ormai qualche anno, il M5S sta proponendosi sempre più come una seria alternativa di governo e una presenza stabile e rispettata nel panorama politico. Il suo successo dipende dal fatto che rappresenta una sezione della cittadinanza che alla cui domanda politica non è data risposta. Da questo punto di vista è molto più innovativo del Front National. Ormai il ruolo di alternativa del M5S viene riconosciuto sempre più spesso anche dagli avversari politici. Gli stessi che fino a pochi mesi fa lo bollavano di populismo e inconsistenza. Allo stesso tempo, i moderati riformisti oggi al governo, per contenere l’ascesa del M5S, sono costretti a procedere verso alcuni cambiamenti e modernizzazioni necessari per il Paese. Talora il governo fa proprie le proposte del M5S che svolge nel migliore dei modi la funzione di stimolo come dovrebbero fare le vere opposizioni … quelle che in Italia latitano almeno dai tempi del compromesso storico (1978).
Per il M5S la strada per il Governo nazionale è ancora lunga. Dovrà superare alcune contraddizioni interne inevitabili in un movimento nuovo e non sarà facile sostituire un sistema di potere solido e articolato. Nel frattempo però il M5S si sta preparando anche governando in città sempre più grandi e numerose.